Sandro Ruotolo

Esisto “dal 9 luglio del 1955”. Nel 1974 inizio a scrivere su “Il Manifesto” e il 1 maggio del 1974 vengo iscritto nel registro dei praticanti dell’ordine dei giornalisti del Lazio). La storia professionale ha una svolta quando, il 12 gennaio del 1980, vengo assunto nella redazione napoletana della Rai come giornalista con il contratto a tempo indeterminato. Collaboro a vari programmi di approfondimento giornalistico come “Tg2 Dossier”, “Diogene” e mi sposto dalla mia regione d’appartenenza diventando nel 1986 “inviato speciale”. Nell’88 comincia l’avventura con Samarcanda. Nel 1991 passo al Tg3 diretto da Sandro Curzi. Prima caporedattore poi vicedirettore nel 1995. L’11 giugno del 1997 a Napoli viene uccisa dalla camorra mia cugina Silvia Ruotolo. Vinco tanti premi, dal “S.Vincent” che mi consegna il presidente della Repubblica, Oscar Luigi Scalfaro nel 1998 per Moby’s, al Giuseppe Valarioti l’11 settembre 1998,  al “Marcello Torre”, al “Giovanni Losardo”, al “Paolo Borsellino” nel 2006,  al “Mimmo Beneventano” nel 2009, al “Dario Scherillo”. Il 10 maggio del 2008 ricevo il premio Enzo Biagi. Settembre 2009 il premio internazionale giornalistico e letterario Marzani. Il 25 aprile 2010 i partigiani dell’Anpi mi consegnano il Premio Renato Benedetto Fabrizi “per l’impegno profuso nella denuncia dell’illegalità, della violazione dell’universalità dei diritti civili ed umani, e della deriva localista e discriminatoria che si sta affermando in molte parti del nostro Paese, richiamando i cittadini a quei valori di unità, coesione e solidarietà propri di una comunità moderna e democratica preconizzati dalla nostra carta costituzionale”. Il 12 giugno 2010 ricevo il Premio Gallo d’Oro, emblema del gonfalone del comune di Mariglianella in provincia di Napoli nel cosidetto triangolo della morte per “le coraggiose denunce e la puntuale informazione sullo scempio ambientale dei territori della regione Campania e di Marigliano e per il significativo contributo dato, attraverso le sue brillanti inchieste, ai temi della legalità e della giustizia”. Il 22 aprile 2012 ricevo il premio della XIV edizione del Pulcinellamente a Sant’Arpino e  Il 27 ottobre 2012 mi assegnano il premio speciale Tonino Carino, a Offida (AP). Il 17 maggio 2014 a Sassano, in provincia di Salerno, ricevo il premio giornalistico l’Orchidea d’argento. Il 6 settembre del 2014 ricevo a Riccione il premio della critica alla xx edizione del premio Ilaria Alpi per il lavoro con Dina Lauricella sulla terra dei fuochi, “inferno atomico”.  Il 28 maggio 2015 ricevo il premio Articolo21- Fnsi  perchè: “Giornalista da sempre impegnato a combattere mafie, camorre e malaffare. A questo impegno professionale, etico, civile e politico, ha dedicato tutta la sua vita, senza fare sconti a nessuno, usando lo stesso metro verso ogni governo ed ogni potere”. Il 12 giugno 2015 ricevo a Marcianise, nel casertano, un riconoscimento per “ambiente e comunicazione” dall’associazione medici per l’ambiente. Il 7 luglio 2015 ricevo a Trepuzzi, provincia di Lecce, il premio giornalistico Maurizio Rampino alla carriera. Il 9 agosto 2015 a Rispescia, Grosseto, ricevo alla festa nazionale di Legambiente il premio Ambiente e Legalità. Il 7 settembre 2015 a Padula, Salerno, mi consegnano il premio internazionale Joe Petrosino, il primo poliziotto italo americano ucciso dalla mafia perché “giornalista di grande acume, professionalità e coraggio, ha condotto inchieste di particolare rilievo, offrendo contributi notevoli per il trionfo della legalità”. Il 23 settembre 2015, a Pagani, nel salernitano, mi assegnano il premio speciale Ritratti di territorio, resistenti ed emergenti: “legalità, coraggio, impegno, perseveranza, denuncia sono le parole d’ordine di un uomo che ha scelto di essere semplicemente giornalista”. Più volte sono stato minacciato per il mio lavoro e  dopo una lettera anonima ricevuta nell’ottobre del 2009, sono stato “protetto” per diversi mesi da un dispositivo nella città di Roma ma dal 4 maggio 2015 vivo sotto scorta su tutto il territorio nazionale minacciato da Michele Zagaria, boss del clan dei casalesi, che mi vuole “squartato vivo”.  Due carabinieri e una macchina blindata. La fortuna di lavorare per un settimanale di approfondimento giornalistico mi ha consentito di occuparmi degli avvenimenti che ritenevamo “importanti” e di girare in lungo e largo per l’Italia e anche per il mondo. Sono stato nei paesi in guerra come l’Afghanistan, la Serbia, il Kossovo, ho raccontato la tragedia palestinese, la rivolta in Libia contro Gheddafi, l’Albania, i drammi delle grandi migrazioni. Nel 2000 ho narrato  la frontiera tra il Messico e gli USA. Ho scritto libri: Sciusciò con Vauro, Mister e Lady Poggiolini e La vera storia d’Italia. Ricapitolando, ho iniziato in Rai nel 1980 poi dal  ’96 e per tre stagioni televisive ho lavorato in Mediaset poi sono tornato in Rai. Prima a Rai Uno, poi a Rai Due. Per due anni vengo demansionato e discriminato e il 13 dicembre 2005 il cda della Rai decide di far tornare a lavorare insieme la squadra di Sciuscià. Dopo essere stato per un annetto al Tg3, nel mese di marzo del 2006 torno a Rai Due. E il 14 settembre del 2006 comincia l’avventura di Annozero. Il 31 ottobre del 2011 lascio la Rai e intraprendo l’avventura di serviziopubblico con Michele Santoro che si conclude su La7 a Firenze il 18 giugno 2015.  Sposato, ho due figli e sono diventato nonno di Alessandro il 21 ottobre 2014. Amo il mare e amo gli animali. Umiltà, buonafede, indipendenza (e la strada) mi hanno accompagnato in questo meraviglioso lavoro che ha bisogno di passione per essere unico.